sabato 30 ottobre 2010

Piranesi come uomo del nostro tempo

Giambattista Piranesi "moderno" designer? È l'obiettivo della mostra in corso alla Fondazione Cini di Venezia: mostrare come il grande incisore (1720-1778) sia stato qualcosa di più di un semplice visionario o di un appassionato erudito del mondo antico. Per questo, l'esposizione è radicalmente diversa dalle precedenti. Lo spiega il curatore, Michele De Lucchi, nell'introduzione del catalogo: «abbiamo preso l'artista come un uomo del nostro tempo e letto la sua opera interpretandola con la tecnologia, scoprendo la ricchezza del suo eclettismo e della sua eccentrica vena ispiratrice».

Ecco perché, oltre alle classiche vedute di rovine o di monumenti reali o immaginari, nelle sale del Convitto sono esposte anche opere più strettamente "tecniche": progetti ingegneristici o incisioni raffiguranti quei macchinari con cui, secondo l'artista, gli antichi avrebbero eretto impalcature, trainato massi o issato colonne. E all'interno di un grande cono in legno – che riproduce gli allestimenti effimeri per le feste barocche – si può ammirare, proiettato su due teloni, un video in 3d dove si "viaggia" all'interno delle celebri Carceri d'Invenzione. Nella sala seguente sono esposti alcuni oggetti (due tripodi, un vaso, un candelabro, un altare, una caffettiera e un camino corredato da alari e braciere) ideati dallo stesso Piranesi e ricavati dalle sue stampe, ma mai realizzati prima. Chiudono il percorso una serie di 32 vedute di Roma affiancate ad altrettante foto di Gabriele Basilico, che riproducono quei luoghi dallo stesso punto di vista ma a due secoli di distanza, e che costituiscono un personale omaggio del fotografo milanese al grande maestro veneziano.

Una mostra originale, che si distacca quindi dalle numerose precedenti su Piranesi, al quale sono stati dedicati negli ultimi decenni numerosi libri e atti di convegni, a partire dalle celebrazioni per il bicentenario della morte nel 1978. L'iniziativa nasce dal fatto che la Fondazione possiede oltre 300 incisioni originali provenienti dalla collezione integrale in edizione Firmin Didot, stampata nel 1835. Ma l'obiettivo principale è sfatare la critica, mossa ripetutamente a Piranesi, di aver prodotto progetti irrealizzabili, oltre a rendere ancora più evidente la straordinaria modernità del suo pensiero. E così le stampe sono state riutilizzate come progetti di design da cui realizzare oggetti di alta qualità, a tiratura limitata: tutto grazie al lavoro di Adam Lowe e del suo atelier di Madrid "Factum Arte" (lo stesso che ha riprodotto nel refettorio di San Giorgio, a due passi dalla mostra, il facsimile delle Nozze di Cana di Paolo Veronese con le stesse dimensioni dell'originale, trafugato da Napoleone e oggi al Louvre).

Osservando i "nuovi" Piranesi, lo spettatore scopre così che l'antico, anche quando costituisce il modello diretto, viene comunque arbitrariamente manipolato. È qui che risiede forse l'aspetto più geniale, e allo stesso tempo meno noto, di questo grande artista: è il caso di un tripode, rinvenuto a Pompei e visto dall'artista nel museo di Portici, che nelle sue incisioni viene modificato, assumendo uno stile già vicino a quello Impero, che si imporrà alcuni decenni dopo la sua morte. Per non parlare della Caffettiera, davvero insolita a partire dal becco a forma di ape, ma il cui manico sembra già prefigurare lo stile Déco.

Le Arti di Piranesi. Architetto, incisore, antiquario, vedutista, designer
Isola di San Giorgio Maggiore - Venezia
28 agosto - 21 novembre 2010

Infoline: 199.199111
Website: www.cini.it

venerdì 29 ottobre 2010

Roberto Guariniello. Torino in un caffè

Prendete tempo, non affannatevi!
Guardate con calma questi piccoli tocchi di colore che irradiano una luce per certi versi irreale.
Lasciate che l’atmosfera vi rapisca, che suoni, luci e aromi attivino le vostre emozioni.

Siamo nei Caffè più belli di Torino, quelli con più storia e fascino. Ci stiamo entrando o siamo già seduti ad ammirarne le sale decorate.

Oppure stiamo solo cercando di capire come il miracolo della pittura si rinnova nella semplice ma affascinante arte di Roberto Guariniello, artista gentile e sensibile e al tempo stesso straordinariamente efficace nel restituire la magia che la tradizione dei Caffè torinesi riesce sempre a creare.
Immagini fatte di colori e profumi da gustare con calma.
Proprio come un buon caffè.

Roberto Guariniello. Torino in un caffè
Caffè Fiorio
Via Po, 8 - Torino
29 ottobre - 29 novembre 2010

Infoline: (+39) 340.2981803
Website: www.guariniello.com

lunedì 25 ottobre 2010

Be Square! GAM

In occasione dell'inaugurazione delle nuove mostre autunnali, la GAM- Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea di Torino presenta al pubblico Be Square! GAM, un progetto ideato e realizzato dall'artista Antonio Riello con la collaborazione di Gianluca Marziani.


L'obiettivo è celebrare il "fattore umano" di un museo attraverso la vestizione dell'intero staff con una divisa che indaga e celebra l'identità collettiva utilizzando una stoffa disegnata appositamente dall'artista. I colori utilizzati e la struttura del materiale presentano alterazioni e piccoli errori che rappresentano la differenza, la frammentazione, la percezione alterata di un sentire collettivo. Elemento fondamentale è l'ideazione e la realizzazione di volta in volta di uno specifico Tartan, il classico pattern scozzese sinonimo di una precisa appartenenza, che con la sua elegante squadratura da sempre evoca una certa idea, quasi ipnotica, di "tranquillo benessere domestico".

La GAM di Torino è l'unica realtà museale italiana a partecipare a Be Square!, un progetto itinerante che ha già coinvolto in precedenza due importanti musei di arte contemporanea come la Kunsthalle di Vienna nel 2007 e il Baltic di Gateshead/Newcastle nel gennaio 2009 e che prevede la futura partecipazione di altri musei di rilevanza internazionale.

Antonio Riello ha utilizzato per Torino i colori delle due squadre di calcio della città - il rosso granata, il bianco ed il nero - e i colori dello stemma della città - l'azzurro e il giallo oro – nonché una piccolissima quantità di verde - rimando al tricolore - per ricordare indirettamente il ruolo di Torino nel processo di unità nazionale ma anche rimando alla numerosa comunità islamica che costituisce una importante componente etnica dell’identità torinese contemporanea. Su questo concetto l’artista ne ha realizzato due versioni, in materiali diversi: uno per il tessuto utilizzato per gli abiti e un altro per la realizzazione della "sciarpa-catalogo".

Il progetto è stato inaugurato sabato 23 ottobre con la vestizione di tutto il personale di sala e degli uffici, del direttore del museo e della presidente. Il personale della GAM continuerà ad indossare la divisa anche nei successivi mesi di novembre e dicembre 2010. Gli abiti sono stati disegnati dall’artista tenendo conto delle esigenze ergonomiche e pratiche di chi lavora alla GAM, una sorta di "workwear for intellectual workers".

La sciarpa con etichetta personalizzata, è un'idea alternativa al catalogo, a rappresentare la collaborazione tra Antonio Riello e la GAM. Una sorta di "pezzetto di mostra" e un vero e proprio "wereable catalogue" destinato al pubblico, celebrando ironicamente il feticismo latente dei visitatori dei musei. In questo caso per GAM è stata disegnata e realizzata una sciarpa con una versione particolare di TartanTorino che fa appunto parte a tutti gli effetti dell'outfit dello staff, ma diventa anche "catalogo indossabile" del progetto.

Be Square! GAM
GAM - Galleria Civica d'Arte Moderna e Contemporanea
Via Magenta, 31 - Torino
Dal 22 ottobre

Infoline: (+39) 011. 4429518
Website: www.gamtorino.it

sabato 23 ottobre 2010

Salvador Dalí. Il sogno si avvicina

Le opere non sono tantissime (una cinquantina tra quadri e disegni) e, come precisano i curatori, «la mostra intende approfondire il rapporto tra il pittore surrealista e il tema del paesaggio: un aspetto poco conosciuto dal grande pubblico». Appunto. Il "grande pubblico", come al solito, deve fare i conti con i lati poco conosciuti dei grandi pittori e andarsi a guardare i capolavori più famosi sui libri di Storia. Non è facile parlare di Salvador Dalì, una delle anime più conservatrici e dissacratorie di tutta la Storia dell'Arte del Novecento, un autore di non immediata comprensione ma che grazie alla poderosa fantasia si lascia contemplare con trasporto e anche con divertimento.

L'esposizione appena inaugurata a Palazzo Reale di Milano colpisce soprattutto per l'allestimento, chic e ludico allo stesso tempo. Lo ha curato l'architetto spagnolo Oscar Tusquets Blanca, amico e collaboratore di Salvador Dalì e, come dice lui, una delle tre persone ancora in vita ad aver conosciuto il Maestro Catalano. All'interno del percorso è stata realizzata la nota Sala di Mae West, così come fu ideata dallo stesso Dalí: una giocosa installazione contemporanea dove, come già accadde con la mostra dedicata a Edward Hopper, il visitatore potrà entrare, sedersi sul divanone a forma di labbra (battezzato senza troppa fantasia Sofà Dalilips) e vedersi filmato in un video.

Utenti protagonisti dunque, quasi a voler compensare la brevità del percorso espositivo; sette sale dedicate alla Memoria, al Male, all'Immaginario (qui sono presenti le opere più legate al periodo surrealista), ai Desideri, al Silenzio e al Vuoto. La sezione conclusiva documenta il rapporto tra Dalí e Walt Disney con dipinti che richiamano alla memoria tanto il Rinascimento quanto le icone Pop. Proprio qui sarà visibile per la prima volta il film Destino, frutto della collaborazione tra Salvador e l'inventore di Topolino.

Salvador Dalí. Il sogno si avvicina
Palazzo Reale
Piazza Duomo - Milano
22 settembre 2010 - 30 gennaio 2011

Infoline: (+39) 02.54913
Website: www.mostradali.it